12 settembre 2024
Il nuovo reato di occupazione abusiva delle case - ecco la norma "anti-Salis"
Aula della Camera ha approvato l'articolo 10 del disegno di legge "sicurezza" nel testo proposto dal governo che introduce nell'ordinamento il nuovo reato di "occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui". Viene introdotto nel codice penale l'articolo 634-bis: carcere da due a sette anni per chi commette il reato.
Il nuovo articolo così recita: "Chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente" è punito con la reclusione da due a sette anni. Una norma che di fatto estende il reato alle associazioni che impediscono il rientro dei legittimi proprietari nelle case.
Alla stessa pena soggiace chiunque si appropria di un immobile altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l'immobile occupato". Si procede d'ufficio "se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità".
Fino ad oggi la legge prevedeva almeno tre diverse fattispecie di reato per procedere contro l'occupante: l'invasione di terreni o edifici, la turbativa violenta del possesso di cose immobili, la violazione di domicilio. Alle quali è da aggiungere, in presenza degli specifici presupposti, anche il reato di invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica. Tuttavia la prassi da seguire era tutt'altro che rapida e spesso le occupazioni si potevano protrarre a lungo a discapito dei proprietari.
La nuova legge recepisce le richieste di associazioni e proprietari che chiedevano maggiori tutele. Con l'articolo 10 della nuova legge introduce anche l'articolo 321-bis del Codice Penale, ovvero la "reintegrazione nel possesso dell'immobile".
Su richiesta del pubblico ministero il giudice competente dispone la reintegrazione nel possesso dell'immobile: nei casi in cui l'immobile occupato sia l'unica abitazione effettiva del denunciante, gli ufficiali di polizia giudiziaria che ricevono denuncia possono ordinare all'occupante l'immediato rilascio dell'immobile e - in caso di diniego - gli ufficiali di polizia giudiziaria possono irrompere all'interno dell'abitazione riconsegnando le chiavi al legittimo proprietario. " La reintegrazione nel possesso perde efficacia se il giudice non emette l'ordinanza di convalida entro dieci giorni" si legge nel disegno di legge approvato in prima lettura dalla Camera.
2 settembre 2024
Censimento reddituale degli inquilini dell’ATER di Roma.
Dal 30 settembre 2024 al 18 gennaio 2025 se avete ricevuto la lettera "Censimento anagrafico e reddituale anno 2024 redditi 2023", dovrete effettuare, obbligatoriamente, la dichiarazione del censimento.
Per la compilazione e inoltro delle dichiarazioni è necessario avvalersi dell'assistenza, solo ed esclusivamente, di uno dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF) convenzionati con ATER Roma, tra cui i nostri CAF CONFSAL FEDER.CASA.
Rivolgiti agli esperti della FEDER.CASA.
In alto l'elenco delle sedi FEDER.CASA abilitate al servizio.
25 Giugno 2024
Il progetto
Il progetto, “Contributo affitto ai genitori e alle famiglie numerose”, approvato in Giunta stamane, è stato possibile grazie al contributo da parte di Fondazione Roma di 1.000.000 di euro. Risorse che andranno a finanziare il bando che il Campidoglio indirà in favore delle famiglie numerose (due o più figli), in difficoltà economiche, in cui sono presenti figli nati tra il 2023 e il 2024 e/o minori con disabilità. Il progetto ricalca quanto previsto nel “Piano Strategico per il Diritto all’Abitare 2023-2026” che, accanto ad una politica di ampliamento del numero di case edilizia residenziale pubblica (Erp) prevede misure di welfare abitativo per la fascia media in difficoltà. Uno strumento entrato in crisi a partire dal 2023, per via del mancato rifinanziamento da parte del Governo nazionale del Fondo regionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo a sostegno degli inquilini morosi incolpevoli.
17 giugno 2024
E' stata aggiornata la graduatoria Erp di Roma Capitale, che fa riferimento al bando per le case popolari del 2012. Gli uffici dipartimentali hanno integrato i punteggi e verificato le richieste arrivate fino al 31 dicembre 2023. Il primo dato che salta all'occhio è quello del totale dei nuclei in lista: 18.548.
Oltre 18mila persone chiedono una casa popolare
Ovviamente non tutti sono nella stessa situazione. In base a quanto viene certificato in sede di deposito della domanda, ad ogni famiglia viene assegnato un punteggio. I criteri vari, tra i tanti ci sono la numerosità del nucleo, la presenza di persone con disabilità, minori a carico, anziani, condizioni dell'appartamento in cui si vive, peso del canone di locazione, sfratti subiti, residenza all'interno di centri di accoglienza alloggiativa temporanea. Il numero elevato di domande, appunto oltre 18.500 (circa 2mila in più rispetto a un anno fa), fornisce un quadro drammatico dell'emergenza abitativa che vive Roma.
C'è chi aspetta dal 2013
Andando nel dettaglio, si può notare che tra le prime trenta famiglie in graduatorie, quasi un terzo aspettano una casa popolare da almeno dieci anni. Chi nel 2013, chi nel 2014. Nuclei con punteggi tra 73 e 61 che in linea del tutto teorica dovrebbero ottenere le chiavi di un alloggio nel giro di poche settimane, ma in realtà aspettano praticamente dagli albori del bando. Un bando che, ricordiamo, è nato per essere sempre aperto: le domande si possono presentare in qualsiasi momento. E infatti, sempre tra le prime 30 posizioni, ce ne sono quasi una decina che hanno fatto richiesta nel 2023 e hanno subito ottenuto punteggi importanti, a causa di criticità rimarcate.
Oltre mille nuclei estremamente fragili
Sugli oltre 18mila in graduatoria, però, ce ne sono almeno mille che versano in condizioni particolarmente critiche. Come si fa a dirlo? Basta considerare i punteggi e da cosa dipendono. L'attuale elenco, infatti, riporta 1.054 nuclei familiari tra i 73 e i 44 punti. Quest'ultimo valore si raggiunge sommando situazioni come il vivere in centri di raccolta, dormitori pubblici o in strutture messe a disposizione da enti e associazioni di volontariato (18 punti) con l'essere assistiti dai servizi sociali (17 punti) e per esempio avere in famiglia uno o più componenti, anche minori, affetti da menomazioni psichiche e/o fisiche con una diminuzione della capacità lavorativa superiore al 66% (16 punti).
"Solo 50 assegnazioni in un anno"
Una graduatoria che permette alcuni spunti di riflessione. "Secondo una prima analisi fatta, prendendo in considerazione i primi 250 nuclei - commenta Guido Lanciano di Unione Inquilini - se si confronta con il precedente aggiornamento, ci si rende conto che solo 50 richiedenti non ci sono più. Quindi, auspicabilmente, hanno avuto in assegnazione un alloggio. Mi sembra un numero molto basso, tenendo conto che Roma Capitale ha acquistato 120 case dall'Inps spendendo 15 milioni di euro, ma non le sta assegnando. Che fine hanno fatto? Con dieci sfratti al giorno a Roma, assegnarne 50 è veramente risibile". Ovviamente queste assegnazioni sono solo riferibili a nuclei in graduatoria. Nel conto non si considerano i passaggi "da casa a casa" come quello che ha coinvolto l'occupazione di viale del Policlinico a fine 2023.
I dati del Comune sul 2023
Su questo, è necessario fare una ulteriore specifica. A febbraio 2024 il dipartimento valorizzazione del patrimonio ha reso pubblici alcuni dati sulle assegnazioni. A inizio dell'anno scorso, dopo lo sgombero di due storiche occupazioni (Valle Fiorita e Province) vennero assegnati 224 appartamenti in deroga agli ex occupanti. Per chi era in graduatoria, invece, 127 alloggi. Andando avanti nel corso del 2023, oltre ai 44 alloggi consegnati ad altri ex occupanti di viale del Policlinico, sono state date le chiavi di casa a 280 nuclei in graduatoria. In totale 407 alloggi a nuclei in graduatoria e 268 ad ex occupanti senza titolo, che hanno beneficiato di un'assegnazione in deroga in base alla legge regionale vigente. L'anno ancora prima, nel 2022, i dati comunali recitano: 350 alloggi assegnati, di cui 201 agli ex occupanti di viale delle Province e dell'ex clinica Valle Fiorita. La media fornita dagli uffici , per il periodo settembre-dicembre 2022 era di 28 assegnazioni mensili.
1° Maggio a Piazza del Plebiscito a Napoli con la CONFSAL
Si terrà, come di consueto, la festa del 1° Maggio della CONFSAL a Napoli, in Piazza del Plebiscito.
Contestualmente, si terranno in ogni capoluogo di province delle altre 19 regioni, ulteriori manifestazioni in colegamento con la piazza princiaple.
A Roma, nello specifico, si terrà dalle ore 10.00 in Via Marsala n. 22, presso l'Hotel Best Western Premier Royal Santina.
La FEDER.CASA presente.
17 APRILE 2024
A Roma torna l'housing sociale. Entro giugno il bando
Previsto dal Piano Casa, sarà rivolto a quella fascia di romani che non ha i requisiti per un alloggio popolare ma rischia l'emergenza abitativa non potendosi permettere di cercare nel mercato libero
Una nuova palazzina a Ostiense. All'interno c'è una quota dedicata all'housing sociale
A Roma e non solo l'emergenza abitativa sta coinvolgendo sempre di più e più frequentemente anche fasce di popolazione insospettabili. Lavoratori, ma con stipendi bassi. Coppie giovani. Oppure persone over 65 che per anni hanno vissuto in appartamenti di proprietà di enti previdenziali, messi di fronte all'obbligo di acquistare, ma privi di risorse e con poche possibilità di accedere ad un mutuo. Se il bando che Roma Capitale ha intenzione di lanciare entro giugno andrà a buon fine, per tutti loro si aprirà uno spiraglio di speranza.
Bando housing sociale
L'annuncio è stato dato nell'ultima commissione capitolina patrimonio. Tommaso Antonucci, direttore del dipartimento valorizzazione del patrimonio, che ha ammesso i ritardi rispetto alla tabella di marcia.
Il bando Ers (edilizia residenziale sociale), è qualcosa che a Roma non si vedeva dai tempi dell'Ater guidata da Andrea Napoletano. Era il 2019, l'azienda regionale lanciò l'iniziativa per 180 alloggi ad affitti calmierati, le cui chiavi vennero consegnate in piena pandemia, a giugno 2020. A distanza di quattro anni, ecco che potrebbe aprirsi una nuova chance per il cosiddetto "ceto medio", sempre più impoverito dal caro vita, dal costo degli affitti ed escluso dal mercato privato a causa di mutui sempre più difficili da ottenere e con tassi proibitivi.
Case popolari, chi ristruttura l'alloggio avrà uno sconto sull'affitto, anche se moroso
Sta per approdare in consiglio un atto che tende a sfoltire l'impegno del dipartimento patrimonio sugli alloggi di sua proprietà. A luglio 2023 oltre 30mila richieste di intervento, molte restano inevase
Troppe segnalazioni di danni e infiltrazioni. Il Comune vuole coinvolgere i suoi inquilini, permettendo loro di intervenire in autonomia in cambio di uno scomputo sui canoni. Così da una parte gli uffici vedrebbero ridotto l'impegno, dall'altra il patrimonio pubblico verrebbe valorizzato. E migliorerebbe la qualità della vita degli abitanti delle case popolari. Ecco perché a breve approderà in consiglio il regolamento sull'autoriparazione.
L'autoriparazione nelle case popolari del Comune
La novità, in lavorazione da diversi mesi e arrivata ora all'atto finale - mentre nei municipi le commissioni competenti danno il loro parere - è indirizzata ai quasi mille edifici associati alla gestione Erp di cui è proprietaria Roma Capitale. Parliamo di quasi 28mila abitazioni sul territorio capitolino e sui comuni che fanno parte della Città Metropolitana e ad Aprilia, in provincia di Latina. "Dato l'elevato numero di immobili e il sempre crescente numero di unità abitative che necessitano interventi manutentivi - si legge nella delibera a prima firma del dem Yuri Trombetti -, è indispensabile contenere le spese per la manutenzione ordinaria degli edifici Erp e snellire le procedure concernenti la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, con particolare riguardo all'assegnazione degli stessi in 'autorecupero', ossia consentendo interventi di autoriparazione".
Oltre 30mila richieste di manutenzione
I numeri parlano chiaro e sono solo una rappresentazione fredda di quanto continuamente emerge anche dalla cronaca: alloggi deturpati dalle infiltrazioni, servizi igienici non funzionanti, cucine malmesse, crepe, balconi pericolanti, infissi vecchi e non coibentati. Da Spinaceto a Torre Maura, dal Casilino a Labaro, le segnalazioni sono continue e si ripetono da decenni. Secondo quanto riportato dagli uffici comunali, al 17 luglio 2023 le richieste di intervento manutentivo di immobili di proprietà di Roma Capitale erano 33.257. E non è difficile immaginare che la gran parte di queste non vengano evase, se non in tempi molto lunghi.
Lotta contro le occupazioni abusive
Il regolamento, composto da 9 articoli, ha anche lo scopo di ridurre i tempi di assegnazione degli alloggi rimasti vuoti. Spesso, infatti, lo sono perché in condizioni pessime o comunque non sufficientemente idonee per permettere il trasferimento di un nucleo avente diritto. Così il tempo passa, le chiavi restano nel cassetto del dipartimento e chi ha necessità e coraggio, occupa. Levando dalla disponibilità del Comune un immobile di sua proprietà e danneggiando chi si trova in graduatoria, magari in attesa da oltre dieci anni. Con l'autoriparazione, nel momento in cui un alloggio viene recuperato (magari dopo lo sgombero di una famiglia criminale), il Comune si rivolge ai soggetti interessati a svolgere gli interventi, interpellando gli assegnatari "utilmente collocati in graduatoria in base alla adeguatezza del nucleo rispetto all'alloggio". Così l'assegnatario potrà far sistemare l'appartamento e andarci a vivere, accorciando le tempistiche e vedendosi riconosciuto l'impegno economico.
Rimborsi fino a 15mila euro
Quanto rimborsa il Comune a chi riesce a farsi approvare i lavori di ristrutturazione? Innanzitutto, per importi inferiori ai 3mila euro, l'istanza da parte dell'assegnatario viene considerata accolta anche in caso di mancata risposta da parte del Comune entro 30 giorni. Che scendono a solamente tre in caso di spurgo/disostruzione fognaria, guasto elettrico con interruzione della fornitura di energia elettrica, perdita idrica con acqua corrente/ interruzione della fornitura idrica. Per importi superiori, non sarà così. Il limite massimo rimborsabile è stato fissato a 15mila euro in caso di alloggi ancora da assegnare (quelli inutilizzati per carenza di manutenzione), mentre per quelli già assegnati ci si ferma a 5mila. Per gli inquilini ci sarà la possibilità anche di operare "in economia", quindi non affidandosi a vere e proprie ditte strutturate preferendo lavoratori autonomi, ma in questo caso gli importi rimborsabili vengono dimezzati: 7.500 per gli alloggi non assegnati, 2.500 per quelli già abitati da chi presenta istanza di autoriparazione. Tutto andrà certificato da professionisti, messo nero su bianco, con i lavori che devono essere preventivamente approvati dal dipartimento patrimonio dopo sopralluogo. Il beneficio sarà sul canone d'affitto, a partire dal mese successivo alla dichiarazione di fine lavori.
Grande notizia anche per i morosi. Per quanto il regolamento stabilisce che l'intervento di autoriparazione potrà essere chiesto da chi è assegnatario in regola con i pagamenti, all'articolo 7 fornisce un'importante eccezione. "Potrà presentare istanza anche un assegnatario - si legge - che abbia sottoscritto un piano di rientro degli importi dovuto e che abbia provveduto almeno al pagamento delle prime tre rate dello stesso". Quindi chi ha un debito con Roma Capitale per non aver pagato l'affitto, se si è messo d'accordo per rientrare del debito, può vedersi scontare del 50% ogni rata del piano di rientro, fino ad arrivare alla spesa sostenuta per la ristrutturazione dell'alloggio.
Regione Lazio: arrivano 54 milioni di euro per le case popolari
Firmato uno schema d'accordo per la manutenzione e la costruzione di nuovi alloggi a Roma e non solo. La Pisana contribuirà con 10 milioni
Arriva una pioggia di milioni in Regione Lazio, da investire nelle case popolari. I fondi, pari a quasi 54 milioni di euro, sono frutto di uno schema d'accordo siglato tra il governatore Francesco Rocca e il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini e permetteranno alla Pisana di mettere mano alla manutenzione ordinaria e straordinaria di migliaia di alloggi distribuiti sul territorio regionale e costruirne di nuovi, rilanciando anche il progetto dei "20mila abitazioni in affitto" a canone calmierato.
Al centro dell'accordo di programma che prevede quasi 54 milioni di euro, varato in giunta regionale lo scorso 11 marzo, c'è la promozione e l'attuazione dei programmi d'intervento "finalizzati ad incrementare l'offerta abitativa pubblica e sociale". Un accordo che si snoda attraverso il recupero e la rigenerazione di immobili Erp, il recupero di unità abitative destinata all'edilizia pubblica tramite opere di manutenzione straordinaria "in particolare di alloggi non utilizzati per carenza manutentiva" e interventi di recupero del patrimonio pubblico e privato non utilizzato, sfitto o invenduto oppure sottoutilizzato. Infine, acquisto e costruzione ex novo di alloggi da inserire nella graduatoria Erp.
Manutenzione e nuove costruzioni
Nel complesso, saranno 53.905.164,17 euro da investire, circa 40 dei quali arriveranno dal ministero e i restanti 10 circa da risorse della Regione Lazio. Andando a scorrere la tabella riassuntiva, la prima voce è quella per i programmi di recupero urbano per gli alloggi a canone sostenibile, per i quali l'accordo prevede 11.270.800, 05 euro dal ministero e 3.381.240,02 dalla Regione. Finanzieranno interventi di recupero e riqualificazione degli edifici dedicati all'Erp e all'edilizia a canone agevolato. Per il piano nazionale di edilizia abitativa, normato da un accordo di programma risalente al luglio 2012, le risorse saranno totalmente in carico al ministero, pari a 24.308.682, 74 euro per nuove costruzioni, recupero e ristrutturazione Erp e locazione agevolata. Il programma "20.000 abitazioni in affitto" godrà di 480.114,05 euro dalla Regione e 8.243.521,35 euro dal MIT, per nuovi interventi di edilizia sociale, recupero e riqualificazione degli edifici Erp e sociali. In questo caso, le risorse stanziate sono già disponibili nelle casse della Pisana. Infine, 6.139.680,53 euro, tutti a carico della Regione, sono distribuiti su altre due voci, normate da due distinte delibere di giunta regionale ma indirizzate allo stesso scopo: nuovi interventi per l'edilizia sociale, recupero e riqualificazione di edifici Erp.
Gli accordi di erogazione con il MIT
Di tutte queste risorse, oltre 30 milioni verranno trasferite alla Regione Lazio su un conto corrente vincolato. Il 45% della cifra arriverà a seguito di una dichiarazione della Regione sullo stato d'avanzamento degli interventi ammessi a finanziamento. In sostanza Rocca&Co. dovranno dimostrare di aver liquidato almeno il 30% delle risorse ai beneficiari stabiliti dall'accordo di programma siglato col MIT. Un altro 45% dopo che le liquidazioni saranno arrivate al 60%, la parte finale del 10%, quindi gli ultimi 3 milioni di euro quando l'avanzamento certificato sarà pari al 90%.
19 milioni di euro per la rigenerazione del patrimonio pubblico
Per quanto riguarda il recupero e la rigenerazione di immobili Erp, programma al quale potranno accedere le Ater e i Comuni (esclusa Roma Capitale), l'accordo riserva il 35% delle risorse totali, ovvero quasi 19 milioni di euro. Con questi soldi, la Regione ammetterà al finanziamento progetti di rigenerazione e riuso del patrimonio abitativo esistente, per realizzare nuovi servizi abitativi sociali che prevedano miglioramenti ambientali, tramite l'uso di materiali ecologici e autonomi dal punto di vista energetico. Focus anche sugli standard urbanistici come i parcheggi, luoghi di aggregazione sociale e aree verdi e spazi pubblici.
Oltre 10 milioni per ampliare lo stock immobiliare Erp
Un altro aspetto interessante è quello degli interventi per nuovi alloggi Erp e di edilizia sociale, il cosiddetto "housing sociale". Le risorse dedicate sono pari al 20% del totale, cioè 10.781.032,95 euro per acquistare nuovi alloggi, ma anche costruirne di nuovi "per incrementare il patrimonio immobiliare da riservare ai bisogni dei cittadini" si legge nella delibera firmata dall'assessore Pasquale Ciacciarelli. Di questi soldi, 1 milione di euro è destinato all'edilizia residenziale sociale, quindi non case popolari ma alloggi a canone calmierato per fasce di popolazione che altrimenti avrebbero difficoltà a reperire una casa sul libero mercato.
Bonus affitti a Roma, troppe richieste e poche risorse. Così le famiglie dovranno aspettare
Quasi 30mila domande, molti nuclei stanno ricevendo cifre ben inferiori al massimo di 2mila euro previsto
Le previsioni di ottobre 2023 sulle difficoltà nell'erogazione del contributo all'affitto si sono rivelate corrette. Dopo la chiusura del bando indetto da Roma Capitale, l'ultimo a causa del definanziamento deciso dal Governo Meloni, il rischio palesato dall'assessorato alla casa era che non si potesse riconoscere alle famiglie richiedenti il massimo della cifra prevista, cioè 2mila euro. A quattro mesi di distanza c'è la conferma.
Quasi 30mila richieste ma risorse insufficienti
Verificando la situazione con il dipartimento valorizzazione del patrimonio, è possibile capire che in effetti una criticità c'è. Ed è la conferma di uno scenario ampiamente previsto nei mesi scorsi, quando il bando si era appena chiuso (prorogato fino al 30 settembre). Ad aver presentato domanda (esclusivamente online), infatti, sono stati 29.269 nuclei residenti a Roma, una cifra importante, doppia rispetto a quella del 2019. Le risorse messe a disposizione dalla Regione Lazio nel 2022, ricevute dal Governo e distribuite tra i comuni del territorio, non sono però sufficienti.
In media tra i 570 e i 750 euro per nucleo
Precisamente Roma Capitale ha a disposizione 15.863.000 euro per sovvenzionare i contributi all'affitto. Una cifra da dividere tra tutti gli aventi diritto, oltre 20mila persone. Questo significa che, in media, ogni nucleo sta ottenendo cifre tra i 570 e i 750 euro, anche in base all'ammontare del canone e alle condizioni reddituali. Per poter fare di più, il Comune ha bisogno di altri fondi.